Gli Enti del Terzo Settore (ETS), le parrocchie e gli enti caritatevoli locali possono ricevere:
• Prodotti alimentari e ortofrutticoli
• Prodotti destinati all’igiene e alla cura della persona e della casa
• Prodotti di cartoleria e di cancelleria
• Prodotti parafarmaceutici
Chi riceve la donazione deve rilasciare la propria dichiarazione di impegno ad usare i beni in conformità alle finalità istituzionali e deve garantire l’igiene e la sicurezza alimentare dei beni donati (legge n. 147/2013).
La legge Gadda definisce le «eccedenze alimentari» come «i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti d’igiene e sicurezza del prodotto, sono, a titolo esemplificativo e non esaustivo: invenduti o non somministrati per carenza di domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; rimanenze di attività promozionali; prossimi al raggiungimento della data di scadenza; rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione; non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione».
Lo «spreco alimentare» invece è «l’insieme dei prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche ovvero per prossimità della data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere smaltiti».